Il mondo di Sabrina è un Oceano di acque, di vapori, di onde che strepi tano tra gli scogli. Lampi di Luce e Oscurità improvvise. Di rado le onde si acquietano nella vastità di un orizzonte che risolve nella pace l’antico dissidio. I quadri di Sabrina ricordano che Afrodite, la dea greca della fecondità, é nata dalla spuma del mare, ma più spesso si avverte in essi la forza, la potenza delle acque. Per questo i Cinesi le raffiguravano come un drago, simbolo insieme dell’Imperatore. Il punto di vista dal quale Sabrina guarda alle onde è situato in alto, forse su un dirupo o sulla cima di un monte. Il senso della vita si può intuire soltanto salendo, sottoponendosi alla grande fatica che rappresenta il prezzo della comprensione. L’acqua del mare non è mai liscia e ferma, questo non è un mare di bonacce, è pieno di bolle d’aria, di vita vegetale, qui e là si intuiscono alghe di ogni forma e colore. Tuttavia questa donna ci aiuta a sentire che sul fondo del mare ci sono i relitti di dispute antiche, ferri rugginosi di una civiltà metallurgica che conobbe le armi, tutte le guerre della logica che poi sempre furono perdute.
I quadri di Sabrina ci aiutano a sentire che il mare è dentro di noi, con la sua vastità e i suoi colpi di rabbia, di vento, di tutto ciò che cerca di disarcionarci. A volte lo presenta vecchio di giorni, disegna i volti di coloro che lo hanno navigato con le loro facce ventose, hanno conosciuto montagne d’acqua che sembravano sculture di Dio ma lo hanno amato sempre. C’è molto amore in questa donna che sfida nei suoi quadri raffiche e sbandate tremende. Sta ritta sulla tolda e guarda le cose della vita come gli uomini del mare quando afferrano la tela delle vele strappate alla furia di un groppo di vento. Un corpo a corpo, sempre, questa è la vita, a guardarla negli occhi. Senza finzioni. Finché il tempo sorride e i gabbiani prendono a volare alto, il banco dei giovani merluzzi è al sicuro e sulla riva dell’immaginario un uomo fa vibrare la lenza. Il mare della sera è commosso, disegna un’onda lunga, bassa, oleosa, questo è un respiro di confidenza e di felicità.
Carla Perotti
Il mare di Sabrina parla di tumulto e inquietudine. La natura del moto ben si accorda con la poetica di quest’artista, sorretta da altalenanti contraddizioni. Sabrina non si lascia definire, fluttua nella corrente delle emozioni, avvolge e trascina, va alla deriva per poi puntare dritto all’obbiettivo. Nessun altro elemento migliore del mare può simboleggiarla. Un mare per nulla rassicurante, dal cromatismo instabile che accompagna l’evoluzione imprevedibile del moto restituendoci la natura immanente della vita. Non c’è sacralità nei dipinti marini di Sabrina perché il suo mare impone la bellezza della materialità del creato, i suoi odori avvolgenti, le sue infinite gamme di colore, le sue variabili forme plastiche, ogni aspetto di questa natura rifugge il tentativo di trascenderla, di svuotarla della sua sensualità per assegnarle uno sterile ruolo morale. No, il mare di Sabrina scoraggia l’esercizio critico che pretende di assegnare un primato alla specie umana, questo mare ci ricorda quanto poco conosciamo del nostro corpo, della sua capacità di intonare il mistero della vita semplicemente in quanto strumento organico, al pari del mondo animale. E’ ateo il mare di Sabrina, a volte blasfemo nel suo vorticare agitato, quando riconosce la codardia di chi non ha il coraggio di concedersi totalmente, di chi resta a riva giudicandolo da lontano. Questo mare chiama in causa il corpo, liberato dalla speculazione dell’intelligenza e abbandonato al suo grezzo potenziale fisico, alla mercé dei dissacranti elementi naturali, nuda presenza. A cos’altro può aspirare il corpo che già la natura non gli offre? Cos’altro può aggiungere un dio alla già travolgente e incommensurabile fisicità del mare? Sono questi gli interrogativi del mare di Sabrina, interrogativi che suonano come sfide, inviti a un corpo a corpo, richiami ancestrali, che misurano il coraggio di rovistare fra le proprie viscere per accorgersi che la nostra presenza nel mondo non ci innalza in cielo ma affoga, fiera e potente, nella profondità del mare.
Cinzia Amanti
Quello che mi piace del lavoro di Sabrina è il modo in cui lei rappresenta il mare, la sensazione che esiste uno spazio senza confini e la sua personalità che appare ben definita nei quadri. È un’artista emozionante, con una visione particolare. Il suo lavoro è radicato nelle nozioni di identità e di sensualità ed è a favore di una pratica che permette un crescente senso di esplorazione tecnica e sperimentazione concettuale. Sabrina abbraccia abilmente il mezzo con il quale ha scelto di esprimere la sua arte. Non si tratta di quadri che si posso guardare solo una volta. Essi non operano in un arco di tempo fisso ma cambiano di occasione in occasione, anche quando è coinvolto lo stesso spettatore. Hanno sempre qualcosa da aggiungere, qualcosa di nuovo da dire. Quello che si ottiene è un panorama del suo mondo. Le sue opere sono sorprendenti ma complesse allo stesso tempo, perché dietro c’è uno studio approfondito del carattere del mare e dei suoi infiniti colori. Utilizza un mezzo apparentemente tradizionale come la tecnica ad olio, ma in realtà raffigura il suo soggetto in maniera molto contemporanea. Noi viviamo in una società in cui i sentimenti e le percezioni sono sempre più fluide ed è per questo che nei suoi dipinti riflette senza dubbio la sua contemporaneità. Sabrina rappresenta gli stati psicologici del mare con molta rapidità. Questi stati a volte si possono alterare, come le onde del mare che si infrangono sugli scogli, ed è in questi momenti che la sua pittura diventa quasi reale. Onde minacciose che non ci infliggono pericolo ma che ci fanno ammirare la maestosità dei suoi mari.
Mirela Strora
Omar Khayyam - Cultura ... poesia ... Direzione artistica: Jamshid Ashough
Presenta: Il Potere del sentimento di Sabrina De Lauretis 10/14 Maggio 2015 via delle Caserme 53 Pescara
Sabrina è potente, le sue opere ne sono testimonianza. Guardando i suoi quadri si nota una forza incredibile che rompe tutti gli schemi solitamente esistenti tra opera e visitatore. Pochi colori le bastano per dipingere il vigore e la vitalità nascosti nei sentimenti ma mascherati dal pensiero. Tutto questo Le permette di creare con i suoi pennelli forti emozioni trasmesse con estrema facilità, dote che nasce dalla sua grande personalità artistica. Sabrina De Lauretis è una pittrice torinese che ha studiato all'Accademia di Belle Arti della sua città. Scenografa di formazione, ha collaborato con alcune compagnie olandesi. Non ha paura di sbagliare, il suo coraggio la induce a non spaventarsi, a cercare continuamente di liberarsi e a liberare anche in noi assoluta empatia. Lei stessa si considera protagonista principale delle proprie opere, capace di inserirsi tra la gente che dipinge e, con loro, in un instancabile lungo viaggio, tessendo un corpo unico. In questo modo porta avanti il suo principale scopo, cioè l’esaltazione della libertà. Con occhio acuto vede il futuro lontano a noi sconosciuto, e già da oggi si accorge che l'emancipazione, ottenuta con il sudore e il sangue dei nostri predecessori, pian piano, ogni giorno, viene smarrita o calpestata nell'era moderna. Il vero scopo del viaggio armonioso di questa straordinaria pittrice, perfettamente illustrato nei suoi personaggi potenti e ricchi di serenità interiore, è quello di fare esplodere l'emozione e la passione in ogni visitatore che cerca "la vita". La ricerca di libertà viene trascinata dal mare all'oceano nella sua grandiosa opera "10 agosto" con un perfetto dualismo armonico. Al primo impatto siamo nel mezzo dell’oceano, che esplode come un vulcano con lapilli di lava che schizzano verso il cielo; non sono gocce che anelano a tornare nella massa oceanica, ma lapilli che si liberano abbandonando per sempre quel mondo avvertito come restrittivo. La scelta del titolo il "10 agosto" riporta anche all’immagine di una stella cadente, che rompe l'immensità del cielo e, tuttavia, le stelle non scendono giù verso il basso, hanno schizzi scintillanti verso l’alto, quasi a conquistare una libertà assoluta, l’universo infinito. Sabrina dipinge la propria anima con aperta semplicità, e cerca di svelare la complessità della vita umana. Poche cose ha a sua disposizione: pennello, colore e tela, strumenti la cui efficacia spesso sfugge all’uomo per la potenza del messaggio che sanno trasmettere. Nella sua vita artistica colorata, con grande umiltà, lei è capace di vedere la profondità della vita senza i colori della gente. I suoi colori caldi e sensibili trasmettono la partecipazione per il senso della vita che si sbriciola, ma non svanisce. Questo concetto si nota in particolare nel tema ricorrente dell’ infinita trasparenza dell'acqua, sorgente della natura. Un profondo ricordo della sua infanzia viene custodito nell'opera intitolata "6558219" in cui una imponente donna, schiava lancia uno sguardo ai legami del suo passato che si rispecchia di fronte ad un mare sereno. Il mondo di Sabrina è un mondo interamente femminile, dall’ infanzia alla maturità, e si rispecchia pienamente nella natura. Credendo anche lei, come il grande Federico Fellini, che la donna sia il vero Dio o la vera natura da cui siamo tutti dipendenti. Infatti, nei suoi celebri disegni, il Regista riminese mostra una identica visione dell’universo al femminile. Sabrina dipinge semplicemente la "donna".
Jamshid Ashough
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